Le radici di vita.

Notte trucida di penombra, 
porti via con repellenza me, 
il fior germoglio cresciuto nell'anima mia.
Scorcio, nelle vie struggenti, 
le radici dei miei affanni, 
sono solo pochi respiri, 
miseri i suoi anni, 
cinguetta appena e non conosce cielo, 
è misero, piccolo il viso, 
partorito della mia anima. 
Non osare, non crocifiggermi di male, 
sa d'amore ed è vita, la mia stessa, 
che si sfrena sul foglio di questo momento, 
non traccia le sue ali,
lo vedi bestia di vita.
E' un pargolo innocente, 
che osa aprire gli occhi, 
agli occhi del mondo. 
Sorgo nero, più di un dio bufera, 
se la tua tempesta morte 
se lo riporta nel al di là
del tuo estraneo mondo nero, 
manco a credere, 
che questo mio seme possa indietreggiar. 
Non voglio più campar, 
che la morte boia m'assali, 
se al mio pargolo non dona ali, 
il mio figlio d'anima d'amore, 
concepito nel fragore delle stelle
non possiede rancore 
ed io non posso soffrire le ore 
di questa materiale disperazione, 
sei tu l'errore, vita strumentale dal sapore marcito, 
che guasti quest'uomo affannato, 
ferito e disperato, 
che elemosina pietà, 
per un pargolo nato nel filo tenero d'amor d'un bacio, 
acclamato dal cuore. 
Se tu puoi,
se vuoi mia disperazione, indietreggia
ed accogli la mia preghiera penosa, 
faticosa,straziante senza un dio per suscitar qualsiasi cielo 
e donare un anima al mio figliol tenero di mia vita.

Nell'arco di vita.

Perse parole, prese dal vento, col via d'un tempo,
scorci di vita corri e tracci
un senso,
sei una macchia che si porta sulle spalle dei 
cerchi di pause e bruci in un tempio
doloso, sai sporgerti nel freddo e ghiacci
nella via che arretra, negli anni passati,
la misera brace del tuo fuoco,
ti affanni e sai, che soste possono scagliarti una scintilla,
lì dove un tempo ardeva la radice della tua fantasia, del tuo glicine sole
è lì che ti arrampichi alle vecchie idee morsicate 
e trascurate da chi ti costeggiava e ti guardava con occhi bui.
Ma è lì che, nel fondo dei giri che navigavi sulla roulette di muri,
per giocarti tutti i sogni, lì solo dal passato 
riesci ad ammirare i giardini gioiosi ed impari che può fiorire una tempesta 
con dietro un mare perduto, che devi
nell'arco socchiuso d'un seme, che ti cadde in cerca di un'anima d'amore.

Struggente vita.

Al che brilli l' esporre cielo e menti di luce i soli pensieri,ed allora che ero,dir or che vedo nel passo del sospeso riflesso della tua o mia caduta di vita.
Il che splendi e atterri dietro la lastra sbiadita di un altra scheggia.
Mettendo peso il tuo invio struggente nei tonfi della mia mente.
Sembravi perenne mentre io caddi in quel li d'un console confuso ed appassito,
rapito invoco di terre vuote, tu stordita, scavavi con ruspe esterne le voci,
ed qui il peso morente,quel dir di fasi col vuoto ancor amalgamante nelle macchie
sbiadite,sui cerchi di quegli occhi da istrione nel recitar accanto a me la vita.